martedì 30 maggio 2017

G7 dell'Ambiente a Bologna, fra ostacoli e indifferibilità dei temi




Una grande occasione per un confronto ad alto livello sui temi ambientali si presenterà i prossimi 11 e 12 giugno a Bologna, quando si terrà il G7 dell’Ambiente, un vertice con i Ministri dell’Ambiente voluto in città dal nostro Ministro Gian Luca Galletti. Fra essi, si annovera anche il responsabile degli Stati Uniti, Paese che intende uscire dall’accordo di Parigi a protezione del clima contro il riscaldamento globale.

E’ un’occasione importante, ed è bellissimo che si svolga a Bologna. Ne condivido la scelta e l’impostazione. La cosa più importante, però, è che non si tratti di una vetrina ma di un confronto vero, capace di portare risultati concreti.
Riguardo i temi sul tavolo, non c’è che l’imbarazzo della scelta, fra cambiamenti climatici, inquinamenti locali – che non sono più tanto “locali”, come la qualità dell’aria nella Pianura Padana o in altre grandi aree d’Europa come il bacino della Ruhr o i Paesi Bassi – grandi impianti inquinanti, fonti energetiche fossili, rifiuti nucleari e impianti nucleari obsoleti, inquinamento dell’acqua, perdita di biodiversità, taglio delle foreste, commercio di animali selvatici, etc. Temi importanti, che da molti anni si collocano fra le prime preoccupazioni dei cittadini, ma che continuano ad essere considerati in subordine rispetto ad altri dalla politica, e dalla cultura in genere. Temi sottovalutati da un vuoto innanzitutto culturale costruito da una politica chiusa a riccio sui propri schemi vetusti, che troppo spesso interviene soltanto per contenere la portata di provvedimenti di rilievo e orientarli in favore di scelte tradizionali, rinviando un processo che invece andrebbe favorito.
Si può invece fare moltissimo di quanto serve in termini sia di protezione sia di crescita e sviluppo, con la creazione di posti di lavoro utili, invece che di disoccupazione e “meccanismi flessibili” che dovrebbero favorire l’occupazione senza uno straccio di politica industriale.

A Bologna si preparano anche le contestazioni con una manifestazione per domenica 11 giugno, a cui parteciperanno numerose sigle ed associazioni. Il Ministro Galletti ha paventato l’eventualità di disordini (secondo quanto riportato da alcuni giornali).   Manifestare per ottenere risultati migliori su temi come quelli ambientali, sottovalutati dai partiti e dalla politica in genere, è un bene e un fatto molto positivo se l’espressione del proprio punto di vista viene incanalata e volta esclusivamente all’arricchimento del dibattito al fine di raggiungere obiettivi migliori. Il punto è e deve restare questo: il confronto tematico nel merito delle questioni. Il problema ambientale, per sua natura, è pieno di contenuti scientifici, tecnici, specifici, dunque non è di facile risoluzione, e non si presta ad interpretazioni semplicistiche o superficiali. Va affrontato entrando nel merito. Anche nei confronti degli Stati Uniti: non va dimenticato che un’amministrazione refrattaria alle politiche di protezione ambientale come quella attuale è stata preceduta da Obama, e soprattutto che l’America ha espresso autorevoli ambientalisti come Al Gore, Vicepresidente durante il governo di Bill Clinton, Premio Nobel per la  Pace proprio per il suo impegno ambientale, per un soffio (o forse per altro, nei mesi in cui il conteggio dei voti nella Florida governata dal fratello del suo avversario, George Bush non arrivava mai ad una conclusione accettata per poche centinaia di voti) mancato Presidente. Non va dimenticato, inoltre, che le tecnologie nuove e meno impattanti procedono nonostante tutto, nonostante presidenti recalcitranti e carbone a basso prezzo.  

Per contro, non va dimenticato che troppo spesso estremizzazioni poco fondate di questioni ambientali hanno portato acqua al mulino dei detrattori, che hanno trovato terreno per sostenere le loro tesi basate sugli errori degli altri. L’ambientalismo italiano ha vissuto anche questo, autocostruendosi ostacoli che si sono rivelati importanti battute d’arresto.
Insomma, che G7 sia, nel merito e senza ricette precostituite e inderogabili (che di solito si rivelano minestre riscaldate) tenendo conto che la verità in tasca non la possiede nessuno, e che proprio l’importanza dei temi ambientali, unita alla loro indifferibilità, richiede senso di responsabilità  e razionalità da parte di tutti.



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