martedì 18 aprile 2023

Inizia il calo delle emissioni del settore energetico? Probabilmente sì.

 Crescono le rinnovabili e raggiungono percentuali non certo trascurabili dell'energia elettrica: secondo Ember, nel 2022 la quota è stata del 12%, con un incremento notevole rispetto all'anno precedente che registrava un 10%.

Il think tank sulla sfida energetica Ember ha pubblicato il nuovo Rapporto sullo stato del settore di produzione di energia che prevede che già quest'anno potremmo entrare in una nuova era di calo continuo della produzione da fonti fossili e di conseguenza delle emissioni derivanti dal settore. Sulla strada della decarbonizzazione, lo scenario dell'IEA (International Energy Agency) "Net Zero emissions" pone l'obiettivo di zero emissioni per il settore energetico al 2040, mentre lo zero delle emissioni dell'economia nel suo complesso dovrebbe configurarsi nel 2050. Si tratta di obiettivi molto sfidanti, da cui emerge l'importanza e l'urgenza di un decremento continuo nel settore energetico.

Le notizie riportate sono parzialmente positive: l'intensità di carbonio della generazione di elettricità non è mai stata così bassa come nello scorso anno, quando ha raggiunto "solo" 436 gCO2/kWh, cioè l'energia più pulita che nel complesso sia mai stata prodotta, dovuta principalmente all'aumento record di solare ed eolico. Nonostante questo, le emissioni del settore sono cresciute del 1,3%, per via del fatto che sono complessivamente aumentati i consumi.  Il ricorso al carbone è cresciuto del 1,1%, in linea con gli anni precedenti, ma molto meno di quanto ci si aspettasse al principio della crisi energetica, mentre il gas è quasi stabile. 

Ma soprattutto, gli autori del rapporto ritengono che il 2023 sarà l'inizio di un calo delle emissioni provenienti dal settore di produzione di energia che continuerà in futuro, dando il via ad una nuova era di emissioni via via decrescenti.

Per quanto riguarda altre fonti, come il nucleare tradizionale (fissione), che non emettono carbonio ma presentano altri problemi di difficile soluzione, si registra in questi giorni la notizia che la Germania abbandona i reattori decidendo di chiudere le ultime tre centrali ancora attive.  La strada sembra chiara: verso le fonti pulite e l'efficienza energetica.

Per saperne di più sul rapporto Ember:

https://ember-climate.org/insights/research/global-electricity-review-2023/




venerdì 7 aprile 2023

Fotovoltaico in Sicilia: un beneficio, non certo un danno

 Davvero si fatica a comprendere quale sia lo scopo del Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani che ha deciso di sospendere il rilascio di autorizzazioni per il fotovoltaico nella sua regione, vale a dire che ha deciso di bloccare 667 richieste di nuove connessioni per una potenza di oltre 36 GW. Stando alle sue parole (Sole24Ore del 4 aprile u.s.) “dobbiamo valutare l’utile di impresa con l’utile sociale e col danno ambientale” e ancora “si tratta di investimenti notevoli che non producono posti di lavoro” e “la Sicilia paga un prezzo non dovuto per una risorsa che abbiamo”. Tutto questo specificando che le istruttorie non si fermano, ma vanno avanti. 

All’apparenza siamo all’autarchia locale dell’energia. Allora teniamoci ciascuno le nostre centrali per far funzionare la propria regione, incluse quelle che sfortunatamente inquinano perché non sono solari, così nessuno paga un prezzo non dovuto per la propria risorsa. Risulta quasi incredibile che un Presidente di Regione si esprima in questo modo, soprattutto in una fase energetica delicata in cui occorre per il bene del Paese investire sulle rinnovabili; speriamo che si tratti solo di schermaglie fra enti, alla ricerca di compensazioni.

E speriamo soprattutto che lo scontro fra istituzioni non rallenti - ancora una volta - un processo in cui siamo indietro se consideriamo le potenzialità del nostro Paese. Stando ai dati di Elettricità Futura (associazione del settore aderente a Confindustria) se procediamo come nell’ultimo periodo non raggiungeremo gli obiettivi al 2030. Figuriamoci poi se le Regioni corniciano a puntare i piedi.  Sempre Elettricità Futura sostiene che per raggiungere l’80% di rinnovabili al 2030 sarà necessario installare 85 GW per 320 miliardi di investimenti, 540 mila posti di lavoro, e 270 mliioni di tonnellate di CO2eq risparmiate. Le Regioni avranno solo da guadagnare dal processo e soprattutto quelle del Sud: proprio in Sicilia, a Catania, sono in corso progetti come quello di Enel Green Power 3Sun, una gigafactory da mille posti di lavoro dove si programma l’agrifotovoltaico o i nuovi pannelli solari bifacciali a eterogiuzione di silicio con prestazioni più elevate di quelli tradizionali, e destinata a diventare la più grande fucina di pannelli solari in Europa.  Altro che compensazioni, la Sicilia diventerà leader del settore. 


Abbiamo rilevato per un paio di decenni (questi sono stati i tempi necessari alla politica) che avevamo promosso con un sistema di incentivazioni le fonti rinnovabili senza creare una filiera del settore, ora che la stiamo creando sarebbe meglio portare avanti il tutto senza intoppi. Non si tratta solo di rispettare i target ambientali, si tratta in concomitanza di costruire un futuro per l’industria italiana che si basi sulle reali necessità e sulle risorse disponibili fra le quali non manca certo il Sole.




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