mercoledì 15 luglio 2020

La lista nera della finanza verde

Anche la finanza si accorge dei problemi ambientali, e a dire il vero, non da oggi. 
BlackRock è la più grande società di investimento nel mondo, con sede a New York, una società di gestione del risparmio “il cui scopo principale è affiancare un numero sempre maggiore di persone nella pianificazione del loro futuro finanziario” come si legge sul suo sito. Essa gestisce un fondo di oltre 6 mila e 500 miliardi di dollari e la sua rilevanza a livello internazionale è ben nota. 
E’ notizia di ieri che BlackRock ha individuato ben 244 aziende «che stanno compiendo progressi insufficienti nell’integrare il rischio climatico nei rispettivi business model e informative». Non solo: ha votato contro nelle assemblee di 53 società e per le restanti 191 ha «notificato lo stato di sorveglianza e il rischio di un'attività di voto nei confronti del management, nel 2021, qualora non compiano progressi sostanziali». Si legge in un articolo sul Sole24ore (all’indirizzo in calce) che “quella di BlackRock è una questione di business. «Il nostro impegno – si legge nel report – nasce dalla convinzione che il rischio climatico sia parte del rischio investimento, e che integrare fattori come sostenibilità e clima nei portafogli possa fornire agli investitori rendimenti migliori rettificati per il rischio». 
La finanza si accorge dell’ambiente, ed ora lo fa in modo plateale. Si può leggere la lista nera delle 53 società accusate di mancanza di iniziative adeguate al problema climatico suo medesimo articolo. Non c’è dubbio che il rischio climatico sia una parte notevole del rischio associato all’investimento, ed ora ne va tenuto debito conto.
A dire il vero, il fondo di investimento è stato nel passato, anche recente, accusato da parte ambientalista di investire in ambiti nocivi allo stato dell’ambiente, e questa potrebbe essere una risposta alle critiche. In ogni caso, si tratta di una risposta positiva, un ulteriore tassello nella realizzazione del mosaico del nostro futuro, che dovrà essere sostenibile semplicemente per esistere.   

In un altro bell’articolo pubblicato dal Sole il mese scorso (“Finanza e ambiente: perché la crisi sanitaria può essere un’occasione”) si descrive ancora una volta l’opportunità nascosta dietro la crisi, davvero drammatica, dovuta al Covid19: possiamo uscirne, e farlo affrontando come si deve la crisi più grande di tutte, quella che include tutte le altre, quella ambientale e climatica.
Si legge che Recovery Fund e Green New Deal, due programmi europei molto complessi, devono essere iniziative coordinate se vogliamo costruire il futuro dell’Europa. 
Una transizione verso la sostenibilità che non deve essere più una scelta - sì o no - dato che il sì è imprescindibile, ma un momento in cui ci si concentra su come farla. Il “come” è importantissimo per trovare risposte operative e concrete in un ambito in cui le parole certo non bastano (e sono state usate troppo spesso in sostituzione dei fatti). 
Nell’articolo, a firma di Angelo Baglioni, si legge inoltre che “ Il mercato degli investimenti finanziari sostenibili è in forte espansione da alcuni anni in tutto il mondo, e l’Europa è leader in questo settore”, ma che non mancano gli ostacoli, come un quadro di regole ancora incerto. Emerge comunque un’Europa molto impegnata in questo ambito, che guida il mondo e lo fa da anni, nonostante le notevoli difficoltà insite in una sfida nuova e globale. 
Abbiamo bisogno di una conversione ambientale dell’economia; in essa, la finanza verde ha un ruolo fondamentale, anche con l’attenzione della pubblica opinione che ha un’inaspettata influenza sulle scelte.

Gli articoli citati:

https://www.ilsole24ore.com/art/clima-blackrock-compila-lista-nera-bocciati-244-colossi-ADjW39d?refresh_ce=1

https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-ambiente-perche-crisi-sanitaria-puo-essere-un-occasione-AD2o6jV


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