Nella settimana appena trascorsa, dal 15 al 22 febbraio, si è tenuta in India la tredicesima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione per la conservazione delle Specie Migratorie e degli animali selvatici (CMS). Insomma, un incontro di grande importanza nel quadro di grave e continua perdita di biodiversità che caratterizza il nostro tempo, ed in particolare di continuo attacco ai migratori con ali, pinne e zampe.
Purtroppo, gli uccelli migratori non sono sempre accolti al meglio delle nostre possibilità: è ancora molto diffusa la caccia/bracconaggio in molti luoghi del mondo, ed in particolare nei Paesi del Mediterraneo dove la straziante pratica di sparare a cicogne, gru, e varie specie di uccelli migratori durante la loro faticosa traversata è ancora diffusa. Chiunque abbia assistito al passaggio nel cielo di centinaia di esemplari in formazione non può non restare colpito dalla bellezza e dall’apparente eccezionalità del fenomeno; si fatica a comprendere come si possa pensare di abbatterli ed esibirli come trofei.
Ma non si tratta di soli uccelli: le specie migratorie sono molte, dalle balene ai salmoni, dalle tartarughe marine alle anguille. Di alcune ci cibiamo in misura notevole, basti pensare ai salmoni. Di altre potremmo fare ormai a meno, come le balene, ma alcuni Paesi continuano a non rispettare moratorie e divieti.
Dieci nuove specie vengono aggiunte all’elenco delle specie migratorie, fra cui l’elefante asiatico e l’otarda indiana. Ci si propone di intervenire con una serie di azioni concertate e piani di conservazione per le specie più a rischio, tenendo conto di un mondo che, di fatto, è in rapido cambiamento.
Il tema dell’incontro internazionale è “le specie migratorie connettono il pianeta ed insieme diamo loro il benvenuto a casa”. Che bello se il mondo fosse davvero così.
In realtà un milione di specie animali sono a rischio estinzione per varie cause, come la perdita dell’habitat, la caccia, il cambiamento climatico, con gli eventi meteorologici estremi che riescono a fare vere e proprie stragi.
Riuscire a proteggere specie animali e ritmi naturali millenari significa proteggere il nostro Pianeta e la fitta rete di legami che costituisce la rete della vita, di cui noi stessi siamo parte. Magari cominciando un nuovo rapporto con la natura e gli altri animali, più sostenibile e leggero, rinunciando alla quota di carattere “predatorio” della nostra specie, che è stata così utile in passato, ma che potrebbe portarci ad un punto pericoloso di non ritorno.
Il sito della CMS si trova al seguente indirizzo:
https://www.cms.int/en/cop13