venerdì 11 marzo 2022

Energia per il futuro (immediato)

 Stiamo vivendo una situazione che mai ci saremmo aspettati di vivere fino a pochi giorni fa, cioè straordinaria, richiedente scelte speciali. Era molto tempo che non si sentiva parlare del tema energetico con tanta frequenza e forse il momento tragico porterà con sè una svolta vera come non è mai stato fatto prima d’ora. La carenza di fonti primarie in Italia, e in generale in Europa, crea dipendenza dall’estero, seppur con notevoli differenze fra i paesi UE, ci espone alle fluttuazioni del mercato ed alle instabilità politiche. Naturalmente, non esiste un modo per dotarci di ciò che non abbiamo, esiste però il modo di proteggere ciò che più ci interessa, ovvero la nostra sicurezza.

Ai temi della sicurezza dell’approvvigionamento, dei consumi, delle conseguenze sull’ambiente e sul sistema climatico terrestre, si aggiunge ora quello molteplice derivante da un conflitto armato che riguarda Paesi fornitori e Paesi di transito delle fonti primarie.  Le conseguenze di un’inappropriata politica energetica possono essere pesantissime. Ora il Governo sta cercando sostanzialmente di fare ciò che non è stato fatto nei venti-trenta anni precedenti - in cui si riconosce qualche intervento, ma altrettanto una mancanza di strategia di lungo termine, a dire poco.

Per entrare nel merito, ciò che va fatto ora, e nel più breve tempo possibile, consiste in un ventaglio di azioni coordinate fra loro, altrimenti non funziona il tutto, e fra enti agenti a livello nazionale e locale, includendo i privati.

In sintesi e per punti:

1. Diversificare le fonti di approvvigionamento del gas. Questo significa rivolgersi a Paesi che lo possiedono e che possono raggiungerci con gasdotti, e costruire rigassificatori se invece devono raggiungerci via mare. In Italia i rigassificatori sono tre, bene, ma non bastano.

2. Si può aumentare la quota di estrazione interna, ma è poca cosa in rapporto ai consumi, che ammontano a più di 76 miliardi di metri cubi. Anni fa eravamo arrivati ad estrarre dal nostro sottosuolo circa 20 miliardi di metri cubi di gas naturale, ora ne tiriamo fuori 3: è chiaro che occorre fare di più, almeno triplicando la quota attuale. Va tenuto conto della subsidenza nel selezionare le aree di estrazione. Resta comunque il fatto che non si coprono i consumi se non in misura assai parziale.

3. Contenere i consumi con aumento dell’efficienza sia nella produzione sia nell’utilizzo. Il miglioramento dell’efficienza è un tema poco noto, ma è centrale: non si tratta solo di lampadine a led, ma di migliorare il rendimento degli impianti di produzione e degli apparecchi di consumo dell’energia. Il risparmio conseguente può essere notevole.

4. Evitare gli sprechi. No comment, ovvio, ma si fanno, eccome.

5. Aumentare le rinnovabili dove si può, c’e ancora largo margine per es. per il solare fotovoltaico. Le rinnovabili possono e devono coprire ampie fasce di produzione (non solo elettrica, basti pensare al biogas). 

6. Organizzare gli accumuli per le fonti intermittenti, mantenendo comunque una base di continuativo. Le fonti rinnovabili sono quasi tutte intermittenti, legate al contesto ambientale (presenza di sole, o di vento) dunque l’accumulo dell’energia prodotta è fondamentale.

7. Coibentare gli edifici pubblici a partire dalle scuole, veri dispersori di energia con aule fredde e termosifoni caldi. L’abitudine consisteva, fino a pochi anni fa, nel costruire edifici sprecanti energia, veri e propri colabrodi, in particolare quelli pubblici. Ora ci sono regole più severe, ma quelli vecchi sono ancora in funzione e sprecano energia ogni giorno. 

8. Ricordare che il nucleare da fissione non ha risolto alcuno dei suoi problemi, III o IV generazione che sia, a partire dai tempi lunghi, costi alti, depositi che nessuno vuole, scorie radioattive che nessuno vuole, e ricordare che con il nucleare si fa elettricità, mentre per scaldarci in casa usiamo gas, olio combustibile, e se va bene pannelli solari.

9. Si sente parlare di cose che non esistono, come il “carbone pulito”, o il “nucleare pulito”. Lasciamo le fake news ad altri contesti.

10. Nessuna fonte di energia è totalmente pulita, ma alcune lo sono più di altre.

11. La ricerca deve andare avanti, in ogni settore.


La bolletta dipende dagli equilibri di questi 11 punti, il Pil del Paese, le conseguenze sull’ambiente dipendono dai medesimi. 

E’ di estrema importanza organizzare un percorso che a breve riesca a cambiare la situazione dell’energia in Italia; un cambiamento che ci porterebbe inoltre in una linea coerente con gli impegni presi con l’Accordo di Parigi e con le politiche europee. Naturalmente, ci affrancherebbe dalla dipendenza dalla Russia, che ora ci porta il 40% del gas. Con l’auspicio che la guerra finisca il prima possibile.







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