giovedì 19 marzo 2020

Certo non tutto, ma molto dipende da noi

Abbiamo detto che non è tempo di polemiche, per cui rimanderò ad un momento migliore le considerazioni sulla riduzione dei finanziamenti alla sanità, alla ricerca scientifica, alle Università, etc.
Ora, c'è l'emergenza e dobbiamo venirne fuori. Alcune sere fa, ho assistito (come tanti spettatori) ad una duplice ed ugualmente speculare interpretazione del periodo che stiamo vivendo e soprattutto del futuro che ci aspetta: nel programma di Bianca Berlinguer, Massimo Cacciari e Paolo Mieli si alternavano nel ragionamento. Un bel confronto e un notevole stimolo alla riflessione, visto che si trattava di analisi condivisibili per entrambi, ma con una rilevante differenza nell'interpretazione dei fatti e delle loro conseguenze che portava a tesi più pessimistiche nel caso di Cacciari, decisamente più ottimistiche nel caso di Mieli. Coloro che hanno seguito la trasmissione sanno a cosa mi riferisco. In estrema sintesi, dopo questa crisi dovuta ad un microscopico virus si aprirà un mondo nuovo, relitto del mondo vecchio in cui non sarà stato possibile cogliere l'occasione per risolvere questioni annose, oppure in cui nuove saranno le classi dirigenti e nuovi gli approcci ai problemi, capaci di fare luce dove finora è stato buio.   

Ora, dato che entrambe le analisi erano condivisibili, e che i percorsi futuri ancora non sono in essere, mi viene da pensare a quei modelli matematici con i quali si ottengono percorsi diversi, spesso rappresentati con linee di diversi colori su piano cartesiano, su basi assolutamente realistiche ma con parametri differenti. In altre parole, la nostra società evolverà in un modo oppure in un altro, a seconda dei parametri che noi stessi andremo ad inserire nel modello, a partire da certe condizioni iniziali. Perciò, possiamo scegliere, e farlo ora nel bel mezzo della crisi, un percorso oppure un altro: dipende da come reagiremo alla crisi stessa, da quali idee prevarranno, da quali personalità emergeranno. Dipende da noi. 
Dipende quasi sempre da noi, è un approccio infantile pensare che dipenda da fattori esterni alla nostra volontà. Possiamo decidere ora di proteggerci per i virus futuri - perché ce ne saranno ancora e sempre - oppure no. Le idee di base non sono particolarmente complesse, ma riguardano sia noi in Italia sia il mondo intero: un rapporto diverso con gli animali destinati all'alimentazione che consenta maggior igiene innanzitutto, una rete di ricerca scientifica sulle malattie infettive, un'organizzazione adeguata nel sistema sanitario che consenta una risposta immediata all'aggressione virale. Passano, fortunatamente, di solito anni prima che si ripresenti il problema, ma non va abbassata la guardia. 
Possiamo ignorare gli obblighi (ora non sono più raccomandazioni) del governo e contribuire ad espandere il contagio, oppure no. Lamentarci per ciò che non è stato fatto subito, in un contesto in cui è difficile prevedere l'entità del problema, oppure agire nel presente. Scegliere un percorso invece di un altro.
Qualche giorno fa, entrando in un negozio per necessità, ho sentito un uomo dire, con aria notevolmente affranta: "Pensare che eravamo il Paese più bello del mondo!". Capisco lo spirito, ed è in parte vero, ma non siamo privi di difetti anche gravi. Li conosciamo benissimo. 
Guardiamo bene in faccia al tempo presente, e scegliamo ora su quali idee, progetti, visioni di futuro vogliamo ragionare, costruire, iniziare un percorso. Potremmo andare lontano.   


martedì 10 marzo 2020

Straordinaria, la normalità del coronavirus

Straordinaria, la situazione che stiamo vivendo, angosciante quel tanto che basta, estranea alla normalità ed estranea al tempo abituale nel suo essere sospesa fra la peste dei Promessi Sposi e Andromeda di Chrichton o L'ombra dello scorpione di King.
Extra tempo ed extra luogo, colpisce tutti ovunque, la scienza medica non ha strumenti di lotta diretta contro ciò che vive una vita propria dentro gli organismi viventi a loro volta. Noi che credevamo che soltanto gli alieni soccombessero ai nostri possenti minuscoli microbi scopriamo di avere la guerra dei mondi a casa nostra, basta che un virus faccia "il salto" dall'animale all'uomo, da una specie all'altra, e veniamo colpiti come estranei noi stessi al nostro mondo.
La vita sulla Terra è anche questo, e lo sarà sempre; mentre noi esseri umani combattiamo le nostre inutili, o troppo spesso distruttive, battaglie quotidiane la vita terrestre ci ricorda che non siamo molto più che una specie animale attaccabile da una potenza invisibile capace di insinuarsi dentro di noi distruggendo in un attimo sogni, speranze, buone azioni, ma anche lotte di potere, guerre, diseguaglianze, inquinamento dell'unico posto dove comunque abbiamo la fortuna di vivere.  Virus, dal latino "veleno", ci informa il Treccani "(...) gruppo di organismi, di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata".  Parassiti delle cellule. 

A proposito dell'inquinamento: la Nasa ci informa che è bastata la quarantena obbligata dal coronavirus per rilevare da satellite un netto calo dello smog sui cieli della Cina (vedi link in calce). Pochi giorni et voilà, la minaccia peggiore -  perché si tratta di qualcosa che è peggiore di tutti i virus - che incombe su di noi sembra quasi sparire. Non ci vuole molto nemmeno ad accorgersi che anche da noi sta succedendo lo stesso: netto calo degli spostamenti a seguito delle decisioni del governo, lezioni scolastiche da casa, e l'aria è più pulita. La qualità dell'aria in Pianura Padana è migliorata improvvisamente, secondo i dati rilevati dagli strumenti e secondo la sensazione personale ormai sintonizzata sui valori scientifici per chiunque viva in quelle zone.
Certo, non intendo perorare la causa del virus che stiamo combattendo con tutti i mezzi possibili; vorrei al contrario evidenziare un fatto e una conseguenza che possono essere utilizzati in altro contesto: il fatto è che il nostro sistema economico e produttivo si basa ancora in misura sostanziale sulla combustione delle fonti energetiche fossili a livello mondiale, la conseguenza è che come è possibile andare avanti nel solito modo, così è possibile ridurre l'inquinamento in  modo drastico. E, dato che dobbiamo farlo per evitare la catastrofe climatica e ambientale prossima futura, è bene attingere ovunque sia possibile spunti e informazioni per attivarsi.
Ls catastrofe climatica e ambientale è una realtà in arrivo a velocità spedita se non interveniamo in modo netto e altrettanto veloce, una catastrofe peggiore di quella che stiamo vivendo con il coronavirus. Va scritto, e scritto di nuovo. Nessuno dica poi "non lo sapevo", o domandi "perché non è stata prevista" ("Why did nobody notice it?" la Regina Elisabetta agli economisti, nel 2008 allo scoppio della crisi, ma in quel caso aveva ragione).
Per evitarla ci sono azioni da intraprendere capaci di portare ad una rapida decarbonizzazione dell'economia, come si dice. Ovvero, a lasciare petrolio, carbone e metano sotto terra. Se si oppongono coloro che traggono profitti da quel settore, andrà concordato un piano di uscita e di conversione alle rinnovabili. Ma va fatto, al più presto.
Non possiamo e non vogliamo tornare alla candela, e proprio per questo va cambiato ora il modello di sviluppo che ci ha portati ad un benessere senza precedenti nella storia dell'umanità al prezzo di rischiare di perderlo improvvisamente per i danni che causa all'ambiente naturale. Abbiamo le tecnologie adatte, abbiamo un elevato grado di conoscenza scientifica, dobbiamo avere la forza di fare un passo deciso in avanti. Dobbiamo riuscire a costruire una società in cui un elevato grado di sviluppo sia sovrastato da un cielo pulito come quello registrato in questi giorni dalla Nasa sulla Cina. 

Ma il virus va combattuto, e se non disponiamo ancora di armi dirette come i vaccini (sarebbe interessante sapere cosa pensano ora i gruppi no-vax), possiamo farlo con i metodi indiretti. Che sostanzialmente sono riconducibili alla pulizia personale e ad una minore interazione sociale. Lavarsi le mani ed evitare i luoghi affollati. Seguiamo le indicazioni del Ministero della Salute, senza panico ed eccessi, e andrà tutto bene. Un contagio può essere contenuto, limitato, e infine ridotto al nulla. 
Non sarà mai abbastanza un ringraziamento a tutti coloro che sono impegnati in prima linea, medici, infermieri, Protezione Civile, ma grazie. In queste occasioni emerge ciò che conta veramente, e non ha prezzo.


La notizia e le mappe della Nasa:

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Coronavirus.-Il-calo-di-smog-in-Cina-nelle-foto-satellitari-Nasa-ed-Esa-661c1171-d888-4ae7-bc20-7608fcbefdab.html#foto-1

La qualità dell'aria sulla Pianura Padana il 10 marzo:

https://www.ilmeteo.it/aria/emilia+romagna

Il sito governativo con tutte le informazioni sul coronavirus: 

http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus



domenica 1 marzo 2020

Stoccaggio della CO2 a Ravenna

E' notizia dell'altro ieri che l'Eni intende realizzare impianti di stoccaggio della CO2 a Ravenna (nota dell'Agenzia Dire all'indirizzo in calce). 
Secondo Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, "la CCS in Italia ha un’opportunità unica nell’area di Ravenna, grazie alla combinazione tra giacimenti offshore esauriti con infrastrutture ancora operative, insieme a centrali elettriche sulla terraferma unitamente ad altri impianti industriali nelle vicinanze". Le possibilità di stoccaggio sarebbero veramente notevoli, tra 300 e 500 milioni di tonnellate, e la tempistica abbastanza breve, cinque anni. Eni infatti conta di terminare gli studi preliminari per il 2025, passando successivamente alla fase esecutiva.

CCS, acronimo di Carbon Capture and Storage, è un insieme di tecnologie che consente la cattura ed il sequestro dell'anidride carbonica emessa in atmosfera a seguito della combustione delle fonti energetiche fossili, con iniezione e stoccaggio in apposite strutture sotterranee che consentirebbero il confinamento del gas responsabile della maggior quota di alterazione atmosferica e climatica. Si tratta di una delle opzioni idonee a conseguire gli obiettivi di contenimento del cambiamento climatico in atto, la cosiddetta "mitigazione".
A mio avviso, la CCS è indispensabile al punto a cui siamo arrivati, ma ad una condizione: che non sia considerata parte sistematica della produzione di energia da fonti energetiche fossili (carbone, petrolio e metano). Cioè che non si pensi che, essendo possibile stoccare la CO2 da qualche parte, sia lecito continuare business as usual, nel solito modo con gli impianti termoelettrici tradizionali magari affiancati dai sistemi CCS. 
Invece, la CCS è importante per ridurre la CO2 che abbiamo già emesso in atmosfera, e se vogliamo, che stiamo ancora emettendo nella fase "del metano", la famosa transizione verso un sistema energetico completamente rinnovabile che, però, non dovrebbe prolungarsi troppo. Uno dei punti da tener conto riguarda il fatto che non abbiamo più tempo a disposizione rispetto alla velocità con cui sta cambiando il mondo naturale. Non abbiamo nemmeno quasi più bisogno dei dati scientifici: l'inverno più caldo, senza neve, l'Artico che si scioglie, e ora anche l'Antartide che era rimasto intatto per ragioni legate alle correnti del sistema climatico sta reagendo alla temperatura media più elevata in modo evidente, sono effetti visibili, concreti, che dovrebbero suscitare il massimo allarme. 
Ben venga dunque la proposta di Eni di convertire gli impianti di Ravenna al sequestro della CO2, purché l'iniziativa si inserisca in un percorso di decarbonizzazione che porti verso l'uscita dalla necessità di bruciare fonti fossili, in un tempo adeguato a salvare gli equilibri che stanno alla base del sistema climatico terrestre. La scelta è da sostenere come tassello di un quadro più ampio, e potrebbe portare anche a dirette conseguenze positive sul territorio interessato.

PS:  Infine, la politica.  Ora la Regione Emilia Romagna ha ora un nuovo Assessore con delega all'energia, si tratta di Vincenzo Colla. Da un piccolo blog che segue con passione questi temi gli auguri migliori di buon lavoro.

La notizia sul sito Dire:

https://www.dire.it/28-02-2020/427679-a-ravenna-enormi-possibilita-per-lo-stoccaggio-di-co2/

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