Una
grande occasione per un confronto ad alto livello sui temi ambientali si
presenterà i prossimi 11 e 12 giugno a Bologna, quando si terrà il G7
dell’Ambiente, un vertice con i Ministri dell’Ambiente voluto in città dal
nostro Ministro Gian Luca Galletti. Fra essi, si annovera anche il responsabile
degli Stati Uniti, Paese che intende uscire dall’accordo di Parigi a protezione
del clima contro il riscaldamento globale.
E’
un’occasione importante, ed è bellissimo che si svolga a Bologna. Ne condivido
la scelta e l’impostazione. La cosa più importante, però, è che non si tratti
di una vetrina ma di un confronto vero, capace di portare risultati concreti.
Riguardo
i temi sul tavolo, non c’è che l’imbarazzo della scelta, fra cambiamenti
climatici, inquinamenti locali – che non sono più tanto “locali”, come la
qualità dell’aria nella Pianura Padana o in altre grandi aree d’Europa come il
bacino della Ruhr o i Paesi Bassi – grandi impianti inquinanti, fonti
energetiche fossili, rifiuti nucleari e impianti nucleari obsoleti, inquinamento
dell’acqua, perdita di biodiversità, taglio delle foreste, commercio di animali
selvatici, etc. Temi importanti, che da molti anni si collocano fra le prime
preoccupazioni dei cittadini, ma che continuano ad essere considerati in
subordine rispetto ad altri dalla politica, e dalla cultura in genere. Temi
sottovalutati da un vuoto innanzitutto culturale costruito da una politica
chiusa a riccio sui propri schemi vetusti, che troppo spesso interviene
soltanto per contenere la portata di provvedimenti di rilievo e orientarli in
favore di scelte tradizionali, rinviando un processo che invece andrebbe
favorito.
Si può
invece fare moltissimo di quanto serve in termini sia di protezione sia di
crescita e sviluppo, con la creazione di posti di lavoro utili, invece che di
disoccupazione e “meccanismi flessibili” che dovrebbero favorire l’occupazione
senza uno straccio di politica industriale.
A Bologna
si preparano anche le contestazioni con una manifestazione per domenica 11
giugno, a cui parteciperanno numerose sigle ed associazioni. Il Ministro
Galletti ha paventato l’eventualità di disordini (secondo quanto riportato da
alcuni giornali). Manifestare per
ottenere risultati migliori su temi come quelli ambientali, sottovalutati dai
partiti e dalla politica in genere, è un bene e un fatto molto positivo se
l’espressione del proprio punto di vista viene incanalata e volta
esclusivamente all’arricchimento del dibattito al fine di raggiungere obiettivi
migliori. Il punto è e deve restare questo: il confronto tematico nel merito
delle questioni. Il problema ambientale, per sua natura, è pieno di contenuti
scientifici, tecnici, specifici, dunque non è di facile risoluzione, e non si
presta ad interpretazioni semplicistiche o superficiali. Va affrontato entrando
nel merito. Anche nei confronti degli Stati Uniti: non va dimenticato che un’amministrazione
refrattaria alle politiche di protezione ambientale come quella attuale è stata
preceduta da Obama, e soprattutto che l’America ha espresso autorevoli
ambientalisti come Al Gore, Vicepresidente durante il governo di Bill Clinton,
Premio Nobel per la Pace proprio per il
suo impegno ambientale, per un soffio (o forse per altro, nei mesi in cui il
conteggio dei voti nella Florida governata dal fratello del suo avversario,
George Bush non arrivava mai ad una conclusione accettata per poche centinaia
di voti) mancato Presidente. Non va dimenticato, inoltre, che le tecnologie
nuove e meno impattanti procedono nonostante tutto, nonostante presidenti
recalcitranti e carbone a basso prezzo.
Per
contro, non va dimenticato che troppo spesso estremizzazioni poco fondate di
questioni ambientali hanno portato acqua al mulino dei detrattori, che hanno
trovato terreno per sostenere le loro tesi basate sugli errori degli altri. L’ambientalismo
italiano ha vissuto anche questo, autocostruendosi ostacoli che si sono
rivelati importanti battute d’arresto.
Insomma,
che G7 sia, nel merito e senza ricette precostituite e inderogabili (che di
solito si rivelano minestre riscaldate) tenendo conto che la verità in tasca
non la possiede nessuno, e che proprio l’importanza dei temi ambientali, unita
alla loro indifferibilità, richiede senso di responsabilità e razionalità da parte di tutti.