mercoledì 1 luglio 2020

Ecologia di governo

Complimenti e congratulazioni ad Anne Hidalgo, socialista con una forte propensione ecologista,  per la sua ri-elezione a Sindaco di Parigi. Non è cosa da poco, guidare Parigi, una città dove le dimensioni fanno la differenza, moltiplicando numericamente ogni problema che affligga tipicamente una grande città. Qualcosa si muove sul fronte occidentale, a partire dal Presidente USA Trump in forte calo di consenso nei sondaggi (con cautela, per quanto valgano i sondaggi), per finire con il Re Filippo del Belgio che chiede scusa per la violenza e le sofferenze inflitte al Congo nel periodo coloniale. Può sembrare un inutile dettaglio, ma non lo è. Si inserisce nell’orientamento che sta diffondendosi anti-colonialista ed anti-razzista, tendente a rivedere con una sensibilità diversa, nuova, i fatti della Storia, a partire da molti leaders del passato e molte esaltazioni imperialiste. 

Anne Hidalgo ha fatto moltissime cose nella capitale francese, anche nell’aspetto ambientale. Ma non è facile essere concreti in quel fronte. In questi mesi si sta consumando in Emilia Romagna un confronto che sta assumendo toni aspri fra il governo regionale e le associazioni ambientaliste riguardo il progetto di eolico off-shore nel mare di Rimini: la Regione è contraria e gli ambientalisti sono a favore. Superando il periodo - lungo - durante il quale ambientalisti e politica si fronteggiavano sulle sponde opposte della difesa dell’ambiente e dello sviluppo fossile tradizionale, ora siamo tutti oltre il fiume sulla stessa ampia area dello sviluppo sostenibile, verde, rinnovabile, pulito quanto possibile. Il confronto avviene sul “come” farlo concretamente. E l’eolico è uno di quei casi che può portare a pareri diversi, o addirittura opposti. Gli aerogeneratori producono energia pulita con alcune condizioni di base ovvie, come la presenza di vento, ma sono ingombranti, ben visibili nel paesaggio, con un certo impatto nella fase di costruzione. Pongono qualche problema in più rispetto al solare, per esempio, sicuramente la fonte rinnovabile migliore sotto tutti gli aspetti. In sostanza, la decisione di costruire un parco eolico o meno dovrebbe riguardare ciascun caso a sé, in un’analisi costi-benefici all inclusive. No alle ideologizzazioni del tema, da una parte o dall’altra. 
Quindi, nel caso dell’eolico nel mare della Romagna, come in ogni altro caso analogo,  ci si augura che si entri nel merito in modo specifico, analizzando progetto e condizioni esterne, ed evitando lo scontro aperto, del tutto inutile.

Anche in Trentino speriamo che si superino le ideologie, fra i favorevoli agli abbattimenti degli orsi, e i contrari che arrivano a suggerire il boicottaggio vacanziero del Trentino stesso.
Partiamo dall’inizio: gli orsi c’erano, sulle Alpi, come c’erano i lupi, le linci, i gipeti, gli stambecchi, e persino i castori. Non si tratta di fauna dell’Alaska, come molti credono, ma anche nostrana. Come mai non c’è più, o è stata ridotta a piccoli nuclei miracolosamente salvatisi, come nel caso degli stambecchi?
Perchè è stata cacciata, per non dire perseguitata, dai nostri avi per secoli. I secoli delle grandi cacce, ma anche i secoli dell’attacco alla fauna selvatica degli abitanti del luogo, i secoli dei premi a coloro che uccidevano il maggior numero di lupi, delle trappole, delle pelli, delle teste-trofeo appese al muro. 
Ora, i lupi sono tornati, e sono i nostri lupi, giunti fino alle Alpi dagli Appennini, dove un nucleo era rimasto fino alla legge di tutela fortemente promossa dalle associazioni ambientaliste. (E’ bello leggere un cartello su un sentiero ad Innsbruck (Austria) che sono tornati i lupi anche lì, arrivati dall’Italia e grazie alla nostra normativa di tutela).
E sono tornati anche gli orsi, grazie al progetto europeo Life Ursus: un tentativo di ripopolamento andato a buon fine, dopo gli insuccessi degli anni ‘60 del novecento. Provengono dalla vicina Slovenia, visto che i nostri erano stati completamente sterminati nel passato. Ora, reintrodurre una popolazione di orsi con un progetto scientifico e poi ucciderli al primo contatto con gli umani non è certo una prospettiva accettabile. Se non si vogliono gli orsi, piuttosto non si faccia il progetto. Perchè è chiaro che non si tratta di peluche, ma di orsi in carne ed ossa. Ad oggi, non sembra che l’amministrazione del Trentino abbia trovato la via per una corretta gestione, viste le ordinanze di cattura o di abbattimento firmate come se niente fosse ad ogni piè sospinto dal Presidente della Provincia. A fronte di una significativa presenza di animali potenzialmente pericolosi va portata avanti un’azione intensa di informazione e cultura in materia a tutti gli abitanti e i i villeggianti di quelle zone. Non si può lasciare nulla al caso, nulla di improvvisato. Anche perchè ci sono altre regioni che hanno gli orsi, come l’Abruzzo. Orsi marsicani, del posto, che vivono lì da sempre e non sembra succedere niente di pericoloso. Come fa l’Abruzzo a gestire i suoi orsi?  
Forse una migliore comunicazione fra le due regioni sarebbe utile. 
Dulcis in fundo, sono tornati persino gli sciacalli, e i castori, o meglio, un castoro.  Il Friuli Venezia Giulia è il territorio. Gli sciacalli dorati provengono dall’Est, il castoro dall’Austria e si è insediato nella Foresta di Tarvisio, un corridoio faunistico eccezionale. Speriamo che arrivi presto anche una castora e che mettano su famiglia...
I castori mancano dall’Italia addirittura da quattro secoli. Anche in questo caso, non erano andati in vacanza, mancano perché venivano cacciati per le pelli, e lo sono stati fino all’ultimo esemplare. E’ questo ciò che vogliamo fare della Natura? 
Bene, ora che questi splendidi animali sono tornati abbiamo una seconda possibilità. Costruire una via di sviluppo dove reciprocità e sostenibilità sul piano ambientale, rispetto delle specie animali e degli equilibri della Natura, siano i pilastri, oppure rifare gli errori del passato. 
“Ecologia” deve declinarsi con “governo”, non può più restare sulla carta stampata, sui documentari, negli interventi pubblici. E siamo noi, questa generazione, ad avere la responsabilità della decisione.



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