sabato 30 luglio 2022

La sfida ambientale? E’ alla base di tutto

 Ciò che è successo sulla scena politica italiana ha lasciato sgomenti, ma dopo la sorpresa iniziale (seppure preceduta da qualche avvisaglia) va fatto un passo avanti sulla base di considerazioni razionali e non basate sull’emotività del momento. Il 25 settembre si vota e non sarà facile portare elettori ai seggi, in periodo estivo, dopo uno spettacolo che certo non depone a favore di una ritrovata serietà della politica. Come era prevedibile, i partiti, e nello specifico i partiti della destra (speriamo solo italiana) affiancati dai 5Stelle, sotto gli occhi di tutti hanno silurato Mario Draghi probabilmente soltanto sulla base di un calcolo di convenienza che li vedrebbe ora favoriti alle elezioni.


Lasciando l’insopportabile valzer delle alleanze ai rotocalchi televisivi, i temi da affrontare ci sono e sono pregnanti, e dovrebbero trovarsi alla base del dibattito pre-elettorale. Credo che siano riassumibili in tre punti sostanziali: 

. Costruire una rinnovata fiducia nelle istituzioni, sempre messa a dura prova dalla politica italiana;

. Porre al centro la questione ambientale, che riguarda l’economia, la finanza, il lavoro, le risorse, l’energia, la ricerca, l’ambiente ovviamente, il futuro;

. Rinnovare la qualità (elevata ma con problemi e diseguaglianze) del servizio sanitario nazionale pubblico, nella prospettiva dell’aumentato rischio di epidemie che il cambiamento climatico e la globalizzazione comportano.


Dopo decenni di aperta ostilità dei partiti tradizionali, ora sembra che il mondo politico sia più aperto alle prospettive che una azione complessiva volta alla sostenibilità comporta, e va premuto il pedale dell’acceleratore. Non si tratta di riportare l’Italia alla candela, come non molti anni fa si ammoniva, non si tratta nemmeno di attuare la decrescita felice, ricordando ad un’espressione più moderna, si tratta al contrario di promuovere un rinnovamento complessivo del sistema economico, industriale, finanziario, dei servizi, che adegui l’Italia alle sfide attuali (non a quelle del Novecento, già finito) e la prepari al futuro. Economia circolare, energie rinnovabili, efficienza, innovazione di processo e di prodotto, ecodesign, finanza verde, chimica verde, riciclo dei rifiuti e termovalorizzazione della (minima) frazione restante, ecolabel, ecoaudit, agricoltura biologica, allevamenti biologici, turismo sostenibile, città verdi, trasporto su ferro, elettrificazione del parco veicolare, trasporto pubblico, edifici pubblici incluse le scuole a consumo zero. C’è un mare di cose da fare. Che possono dare nuova spinta al nostro Paese, questa volta per nulla ostacolato dalla mancanza di materie prime, come si diceva un tempo, ma al contrario favorito dalla presenza di sole, e dalle storiche capacità manifatturiere. Ci sono interi settori di attività in affanno da tempo che possono ritrovare nuove prospettive nell’ambientalizzazione complessiva del nostro Paese. 

Questa è una base forte per un’agenda politica. Accanto a molti altri temi più tradizionali che toccano i diritti e le disparità spesso elevate, la sfida ambientale può fare crescere l’Italia e rinnovarla.

Porre l’ambiente al centro può inoltre essere una via per un nuovo rapporto fra uomo e natura e fra esseri umani, vuotando il contenuto del vaso delle cause delle guerre, dell’uso sbagliato del territorio, dello sfruttamento come unica via per progredire. Non può e non deve essere sempre così, ed una visione più armoniosa del mondo può aiutare a percorrere nuove strade.

Se qualcuno coglie l’opportunità e sarà in grado di passare ai fatti, credo che incontrerà anche l’apprezzamento dei cittadini e in particolare dei più giovani, direttamente toccati nel profondo da queste nuove sfide.







Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

In evidenza

Tutte le stagioni in una settimana. E dovremo abituarci.

  Il cambiamento climatico presenta ormai con evidenza empirica praticamente tutte le caratteristiche previste da anni dai modelli climatici...

Più letti