martedì 24 novembre 2020

Elezioni a Bologna nel 2021: alla ricerca dei candidati (del PD)

La città di Bologna avrà un nuovo Sindaco il prossimo anno, il 2021. Scade infatti il prossimo anno il secondo mandato dell’attuale Sindaco, Virginio Merola, eletto la prima volta nel 2011. Il Partito Democratico bolognese si trova di fronte ad una sfida importante, quella di portare a casa l’elezione di un Sindaco PD in una città che, se è stata un simbolo per la sinistra, ora resta un centro dell’agire politico di rilievo nazionale all’interno di uno dei territori per molti aspetti fra i più avanzati d’Italia. 

Il dibattito politico è aperto e riportato quotidianamente sui giornali locali, nomi e cognomi dei principali contendenti, interventi dell’uno o dell’altro. Credo che sia normale, ma incomincia a diventare un po’ stucchevole. Davvero -  e quante volte lo si è sottolineato - piacerebbe ogni tanto leggere (in questi tempi di Covid per sentire parlare ci si deve collegare online) dei programmi, delle idee, della visione di città futura che coloro che stanno pensando di candidarsi a guidarla hanno. Il Segretario bolognese Luigi Tosiani sta portando avanti un bel percorso di ascolto e condivisione di cui non emerge praticamente nulla, se non i nomi. Nomi che non riprenderò qui per sottolineare, appunto, la necessità di entrare nel concreto delle prospettive che aprono le varie candidature (eventuali).

Un’altra ragione sostiene l’opportunità di virare entrando nel merito, e si tratta del ruolo di potere eccessivo che acquistano le varie correnti interne, intenzionate a spuntarla imponendo il proprio candidato. Così, il tentativo di “candidatura unitaria” finalizzato a non rompere l’unità del partito rischia di generare esattamente l’opposto se nel cercarla ci si focalizza esclusivamente sui nomi esacerbando le divisioni - e stanti gli interventi pubblicati in questi giorni sui quotidiani non è un’ipotesi vuota. 

Nel clima che si è creato credo che non sia da scartare la proposta di fare le primarie, peraltro caratteristica del Partito Democratico, frutto del suo statuto, fino dalla nascita. Tali primarie dovranno essere in presenza. Se il rischio rappresentato dal Covid è una novità, sappiamo bene che lo si può gestire con oculatezza organizzando l’accesso ai gazebo nelle modalità che ormai conosciamo per garantire la sicurezza  e che applichiamo praticamente ovunque si incontrino altre persone (uffici pubblici, negozi, etc., inclusa la Festa dell’Unità dello scorso settembre).

La scelta di una candidatura unica, senza la consultazione delle primarie, è opportuna quando emerge una figura che si eleva più delle altre, che si evidenzia autonomamente per autorevolezza,  della quale non c’è bisogno di discutere per mesi. Se una figura del genere non c’è, occorre prendere atto della situazione e passare oltre. Organizzando le primarie, che non sono certo uno spauracchio visto che sono sempre state validate da alti numeri della partecipazione da parte degli elettori del partito.  I cittadini apprezzano; cos’altro occorre?

A questo punto, da iscritta affermo che mi sembra la migliore prospettiva. Vedremo cosa deciderà il PD bolognese. 


 


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