sabato 2 aprile 2022

Russia, Ucraina e uno scambio di missive

Un commento sui fatti recenti e tragici della guerra in Ucraina è naturale conseguenza dell’emergere di posizioni opposte nel dibattito pubblico. C’è stato uno scambio di lettere in questi giorni fra Michele Santoro e Enrico Letta, con una lettera del primo indirizzata al secondo, ed il secondo che ha risposto oggi stesso. Le due lettere sono reperibili rispettivamente sulla pagina Facebook di Santoro e sul sito del Partito Democratico, di cui segnalo l’indirizzo in calce.
Non condivido l’assunto alla base delle considerazioni espresse nella lettera che Michele Santoro ha scritto, credo anche ingiustamente riferita al Segretario del PD e al PD stesso. L’assunto consiste sommariamente nell’accusa di fare uso di pesi diversi a fronte di situazioni diverse a seguito di una forma deleteria di sottomissione al potere prevalente in Occidente riferibile agli USA, in assenza di iniziativa dell’Unione Europea.


Credo che si tratti di una tesi semplicistica sul piano politico, dimentica del passato, ben inserita in una linea critica del presente già espressa da altri, ma soprattutto di una tesi sbagliata.
Le ragioni sono persino semplici nella loro evidenza: innanzitutto la lettera manca di logica nel momento in cui riporta eventi storici analoghi sul piano delle guerre provocate e dell’infondatezza delle ragioni addotte, ma provenienti dal mondo occidentale, o da una parte di esso, in secondo luogo, afferma l’esatto opposto riguardo l’Europa unita di ciò che sta accadendo. Il primo è un fatto certo, il secondo è mia opinione personale, oltre che di molte altre persone.
Il fatto che la logica sia carente è chiarissimo nel momento in cui non si possono sommare due errori per fare una ragione. Se sono stati aggrediti Paesi sovrani in passato commettendo grave errore, per es. la guerra in Iraq per iniziativa dell’America con il Regno Unito sulla base delle inesistenti “armi di distruzione di massa” portata da Santoro fra gli esempi, non significa che un’aggressione all’Ucraina da parte della Russia risolva l’errore precedente; anzi, evidentemente lo aggrava. Due errori non fanno una cosa giusta. Più errori aggravano gli errori precedenti creando una tendenza, e certo non risolvono il problema ma lo portano lontano dalla possibile soluzione.  
Il fatto che l’Unione Europea sia assente o carente nel contesto di crisi attuale è l’esatto opposto di ciò che sta accadendo: mai come ora si parla di procedere verso la famosa difesa comune, mai come ora gli Stati dell’Unione si sono trovati ad esprimere posizioni così condivise. La Commissione Von Der Leyen ha dato una svolta all’UE, vuoi per la pandemia, vuoi per la guerra, ma affermare il contrario è fuori dalla realtà.


Il fatto che Erdogan, definito da Draghi tempo fa un “dittatore”, si stia adoperando per trovare una soluzione alla crisi non dipende da deficit di presenza UE ma dalla sua oggettiva posizione adatta al ruolo. Erdogan ha buoni rapporti con entrambi i contendenti, anche commerciali, e nonostante la Turchia sia membro della Nato è sufficientemente al confine del mondo occidentale da occupare una posizione accettabile dalla Russia, il Paese aggressore. Se non ci piace Erdogan, non significa che ci piaccia la guerra, e se i colloqui in Turchia servissero a fermarla sarebbe un bene. Anche in Turchia, inoltre, vale l’assunto che il popolo non è identificabile con il suo capo, e nemmeno lo Stato; la storia alle spalle ha portato l’ex-impero Ottomano sulla sponda occidentale pur restando un Paese di religione prevalentemente islamica. Non si tratta semplicemente di un Paese riguardo il quale chiudiamo un occhio per la sua appartenenza alla Nato, come molti sostengono, ma di un Paese vicino per ragioni storiche oltre che geografiche.


L’aggressione deliberata da Putin all’Ucraina è un atto criminale, fuori dal diritto internazionale, violento e moralmente inaccettabile. Se ce ne sono stati altri in passato, erano analoghi. Chi scrive, per inciso, ha a suo tempo manifestato contro le altre iniziative di attacco deliberato da qualsiasi parte provenissero. Non è vero che si era silenti. Piuttosto, viene da chiedersi dove era Michele Santoro nei mesi scorsi, prima di irrompere nel dibattito con un attacco all’Europa, al governo italiano, e al PD (quest’ultimo è uno degli sport preferiti da una parte dei sedicenti intellettuali di sinistra italiani, a volte con ragione, a volte no), prima cioè di cogliere una bella occasione di intervento pubblico.
L’Italia è un Paese libero e ognuno può dire ciò che vuole, lo dimostrano decine di dibattiti televisivi dove chiunque viene invitato a dire la propria, ormai troppo spesso con livelli bassissimi di qualità complessiva.


Infine, due parole sulla Russia. Credo che sia vero ciò che molti commentatori hanno scritto, cioè che i russi hanno il timore di aggressioni che da ovest raggiungano Mosca, con un percorso facile, libero da ostacoli. Ma non c’era un attacco in corso, e la guerra in Ucraina non può essere fatta passare per “un’operazione militare speciale”. Si tratta di un attacco deliberato che, probabilmente, nei piani russi doveva svolgersi in una settimana con il rovesciamento del governo ucraino. Non è andata così. 

Mosca è una città bellissima. Credo di non offenderla se affermo che non è “occidentale”, che il suo fascino per noi viene innanzitutto dal suo sapore già asiatico, nella luce che già ricorda le steppe, nelle cupole a cipolla, nei volti, nei modi. Anche là, così lontano, a Mosca, c’è una parte di Italia che risplende in buona parte delle architetture del Cremlino realizzate da architetti italiani. Anche a Mosca c’è un popolo che si trova da sempre a sopportare regimi autoritari e che non è identificabile con essi. L’idea della grande Russia è un conto, il dispotismo un altro. Putin ha fatto cambiare la Costituzione del suo Paese per poter restare al potere, e da lì agisce come un despota. Da lì ha scatenato una vera guerra offensiva e criminale. Questi sono fatti, i distinguo sono solo parole in libertà.
 
La risposta di Enrico Letta, che condivido, si trova al seguente link:
 
https://www.partitodemocratico.it/primo-piano/lettera-aperta-a-michele-santoro-su-pluralismo-e-guerra-in-ucraina/

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

In evidenza

Buone notizie (ma va mantenuta la rotta)

  Non si tratta di una sfida facile, ma notizie positive stanno arrivando: secondo i dati riportati dagli Stati membri dell’Unione Europea n...

Più letti