venerdì 29 marzo 2024

L’approvvigionamento energetico dopo l’attacco russo all’Ucraina

 In un contesto conflittuale e di grave pericolo nei rapporti fra la Russia e l’Occidente quale quello che stiamo vivendo ormai da tempo, i temi della difesa comune dell’Unione Europea e dell’approvvigionamento energetico sono centrali, ed almeno il secondo è allo stesso livello del primo, anche se se ne parla assai di meno. La dipendenza dell’Unione e in particolare dell’Italia dalle risorse energetiche russe raggiungeva livelli incredibili (si importava il 40% del gas) prima dell’aggressione all’Ucraina e capaci di mettere seriamente in difficoltà il sistema economico in caso di ostacoli, e da molto tempo evidenziavano la necessità (ora diventata impellente) di diversificare le fonti e i Paesi di provenienza di alcune di esse. Diversificare le fonti, in particolare aumentando la quota di rinnovabili e incrementando l’efficienza, è l’unico modo che ha un territorio che, come il nostro, possiede solo quantità marginali di fonti fossili tradizionali, e non può essere che una scelta positiva, anche a prescindere dal minor impatto ambientale. 

Ora lo stiamo facendo, e in tempi stretti come mai prima d’ora. 


Al livello europeo,  come si legge sul sito del Consiglio Europeo, “La percentuale di gas russo da gasdotto nelle importazioni dell'UE è scesa da oltre il 40% nel 2021 all'8% circa nel 2023. Per quanto riguarda il gas da gasdotto e il GNL combinati, la Russia ha rappresentato meno del 15% delle importazioni totali di gas dell'UE. La riduzione è stata possibile soprattutto grazie a un forte aumento delle importazioni di GNL e a una riduzione generale del consumo di gas nell'UE.”

Dunque, in meno di due anni, l’UE ha ridotto moltissimo l’importazione di gas naturale dalla Russia, aumentando le importazioni via nave di GNL e riducendo il consumo. Dal che, emerge con evidenza che si può ridurre i consumi.

Dall’infografica interattiva alla pagina indicata al link in calce, si rileva che le maggiori variazioni che hanno consentito questo risultato sono l’incremento delle importazioni dagli Stati Uniti e proprio la riduzione dei consumi complessivi. In particolare, si legge anche che nel giro di un anno da agosto 2022 e gennaio 2023 i paesi dell'UE hanno ridotto collettivamente la quantità di gas naturale consumato nell'UE del 19%, vale a dire di 41,5 miliardi di metri cubi, con percentuali diverse nei vari Paesi.

La sicurezza dell’approvvigionamento e l’autonomia energetica, per quanto possibile, sono fondamentali, e ancor più, decisive nel ruolo e nella collocazione geopolitica internazionale dell’Europa, tanto quanto la famosa difesa comune che è arrivato il momento di porre in essere al più presto.


L’Italia ha applicato le indicazioni europee con un Piano di contenimento dei consumi che, insieme agli effetti degli alti costi energetici,  ha raggiunto l’obiettivo di ridurre i consumi di gas nello stesso anno di oltre il 18%, dunque in linea con la media UE. Siamo inoltre il secondo Paese dell’Unione per stoccaggio di gas (il primo è la Germania) prima dell’inverno appena trascorso, e abbiamo registrato un notevole incremento delle installazioni di fonti rinnovabili - senza i sussidi pubblici. Probabilmente, a guidare il tutto è stata più la dinamica dei prezzi che le indicazioni politiche, ma la situazione appare in evoluzione. Inoltre, abbiamo aumentato le importazioni da Paesi diversi e ridotto notevolmente quelle dalla Russia - che però non sono state azzerate. Algeria, Azerbaijan, Norvegia, Libia e Russia, che contribuisce per meno di un decimo di quanto faceva prima.

Evitare di dipendere fortemente da un solo Paese, e cercare di ridurre le necessità complessive di gas, sono linee guida indispensabili in questa fase. Anche questo aspetto va a beneficio della sicurezza energetica, che si trova alla base della sicurezza di un Paese.

Quanto prima l’Unione si doterà davvero di una politica energetica comune e di una difesa comune, tanto prima raggiungeremo gli obiettivi legati al ruolo internazionale e al benessere della cittadinanza che ci siamo dati.


Il link indicato nell’articolo:


https://www.consilium.europa.eu/it/infographics/eu-gas-supply/





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