venerdì 2 settembre 2022

Una riforma non più rinviabile

 L’Unione Europea sta preparando “un intervento di emergenza e una riforma strutturale del mercato dell’energia”. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen durante una conferenza stampa a Bled in Slovenia.

“L’impennata dei prezzi dell’elettricità mostra chiaramente i limiti dell’attuale funzionamento del mercato che era stato concepito in un contesto molto diverso”, ha detto Von Der Leyen. Il tema della continua impennata dei prezzi del gas e della necessità di una riforma del mercato sarà oggetto di discussione nella riunione di emergenza dei ministri dell’Energia dell’UE che si terrà a Praga il 9 settembre. (Il Sole 24 Ore del 29 agosto).


Il passo più importante da fare è proprio questo, una vera riforma del mercato dell’energia, altrimenti non saremo in grado di affrontare il problema degli altissimi costi che vanno a gravare su imprese e cittadini. La riforma deve essere europea, non ci sono gli estremi per intervenire su scala nazionale, come alcuni hanno proposto, in un sistema energetico fortemente interconnesso sia fisicamente sia commercialmente. Il fatto che la Spagna sia intervenuta per calmierare il prezzo del gas è dovuto alla peculiarità del suo sistema, con poche connessioni col resto d’Europa e una forte presenza delle rinnovabili - già oggi l’eolico da solo eguaglia in potenza i cicli combinati a gas, e il PNIEC spagnolo punta al 74% di rinnovabili al 2030. 

Attualmente, il prezzo del gas naturale in tutta Europa si forma al TTF (Title Transfer Facility) in Olanda. Tempo fa, per via dei prezzi allora generalmente più bassi sul mercato spot il medesimo venne preferito ai più sicuri contratti a lungo termine, andando incontro però ad un rischio maggiore di volatilità. Dapprima, il risveglio economico seguito ai lockdown mondiali a causa della pandemia poi la guerra della Russia contro l’Ucraina hanno generato la possibilità di speculazioni e di politiche volte a peggiorare la situazione (Putin ha compreso subito quale fosse la sua arma migliore contro l’Europa), ed il prezzo del gas ha cominciato ad oscillare vertiginosamente verso l’alto. Il prezzo dell’elettricità su base oraria, giorno per giorno,  si forma in base al “prezzo marginale”, ovvero l’ultimo kilowattora più caro che in quel momento va a soddisfare la domanda: quindi il prezzo del gas trascina con sé anche quello dell’elettricità, soprattutto in Paesi come il nostro in cui l’elettricità è fatta principalmente con il gas. Però anche da noi le rinnovabili coprono sempre più una parte consistente della generazione elettrica, e non si vede perché dovremmo pagare l’elettricità prodotta con l’acqua, il Sole o il vento al prezzo di quella prodotta con il gas. E’ del tutto evidente che bisogna sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, visto che i tempi sono cambiati e regole stabilite anni fa non hanno più ragione di esistere. 

Abbiamo mercificato tutto ed affidato il metano ai futures e ai derivati, ma per ora Sole e vento sono ancora liberi ed inesauribili - non giurerei sul fatto che a nessuno verrà in mente di farlo - e possono contribuire in misura determinante alla generazione elettrica. Nella fase attuale e nel futuro prossimo sarà ancora presente una quota di metano, che può dare stabilità al sistema elettrico soprattutto in presenza di una quota rilevante di rinnovabili intermittenti, con le fonti rinnovabili, e senza carbone e petrolio (quest’ultimo resterà, per un periodo almeno, limitato al settore dei trasporti).

Quanto alle misure per il risparmio energetico, esse sono sacrosante: dovremmo risparmiare energia per rispondere alla crisi climatica e ambientale e dovevamo farlo ben prima della crisi energetica. Come l’orchestra del Titanic, continuano a suonare mentre affondiamo, reagendo solo se scoppia una crisi che investe l’economia. Invece,  le porte chiuse nei negozi quando hanno riscaldamento o condizionamento acceso, i termosifoni a temperature ragionevoli e non da Tropici in gennaio, le luci delle insegne spente di notte, insieme alle mille soluzioni che la tecnologia ci offre, come i lampioni stradali che si accendono solo quando passa qualcuno, dovrebbero essere una risposta messa in campo già da anni per contenere un cambiamento climatico che investe la nostra società e la nostra stessa vita in misura potente e grave. Questo momento di crisi energetica può a questo punto diventare occasione, se ben gestita, per cambiare davvero direzione, verso un futuro di bassi consumi, efficienza e fonti energetiche pulite.





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