mercoledì 1 settembre 2021

Dove sono gli inquinatori?

 Si dice spesso che la questione ambientale è “trasversale” alle fasce della popolazione e alle sensibilità di ciascuno, ma i dati ci dicono che non è così, o almeno non lo è nella parte preminente della stessa, l’inquinamento ormai globale. Un articolo sul sito Qualenergia, dal titolo “Chi ha riempito l’aria di CO2? E’ un problema di classe” (indirizzo in calce), spiega in breve perché, riprendendo un'analisi di Oxfam redatta dallo Stockholm Environment Institute. 

L’articolo infatti illustra la differenza fra i macro dati che portano a ritenere i giganti asiatici Cina e India maggiori responsabili delle emissioni di gas ad effetto-serra e i dati specifici che portano a conclusioni molto diverse. Lo studio in oggetto non si limita ad analizzare le emissioni per Paesi del mondo, ma ricostruisce la provenienza delle emissioni mondiali dalle varie fasce di popolazione suddivise per reddito. L’analisi riguarda gli inquinanti emessi dal 1990 al 2015, un periodo storicamente molto recente quindi svincolato dal passato in cui sappiamo di essere stati noi occidentali (USA e Europa) i maggiori responsabili delle emissioni.

Il risultato è sconcertante: l’1% di umanità più ricca emette più CO2 della metà dell’umanità costituita dai più poveri. 

Nello specifico, i 63 milioni di persone (circa l’1% della popolazione) che guadagnano più di 100 mila dollari all’anno generano da soli il 15 % dei gas climaletranti annuali, mentre i 3,6 miliardi di persone (la metà della popolazione mondiale) che guadagnano meno di 2.000 dollari all’anno emettono il 7% dei composti surriscaldanti l’atmosfera. 

Abbassando il livello di ricchezza, il 10% della popolazione mondiale che guadagna annualmente più di 35.000 dollari emette la metà dei gas ad effetto-serra.


L’ambiente è anche un problema sociale. Se soltanto 63 milioni di persone sono capaci di inquinare di più, il doppio, della metà dell’intera popolazione mondiale significa che consumo delle risorse, usi delle stesse, ed emissione nell’ambiente degli scarti sono processi estremamente concentrati nella vita di pochi con conseguenze negative gravanti su tutti, e costituiscono perciò una forte ingiustizia sociale.  (Chiaro che la risposta non può essere quella di portare il resto della popolazione agli stessi livelli con l’economia tradizionale altrimenti bolliremmo tutti quanti nel giro di un mese. Questo è precisamente il tema non di questo ma di quasi tutti gli altri post di questo blog.)

Veniamo alla geografia. Dove si trovano i ricchissimi inquinatori? Non sono equamente distribuiti nei vari Paesi del mondo, al contrario si concentrano in alcuni luoghi. 

Infatti, la metà vivono in USA e UE, che però ospitano solo il 10% della popolazione mondiale. I restanti si suddividono nel resto del mondo, America, Medioriente, Cina e India. Il paradosso, ben noto, riguarda il fatto che le peggiori conseguenze del cambiamento climatico andranno (e già ora vanno) a ricadere su Paesi che hanno contribuito poco o nulla alle emissioni climalteranti, come l’Africa o il Sud-Est asiatico. 


Dunque i dati scorporati forniscono una lente d’ingrandimento che mostra una realtà ben diversa dalle apparenze. Una realtà dove la questione ambientale emerge con le sue vere caratteristiche: una fitta trama intrecciata in cui pochi grossi fili partono a formare il tessuto che produce moltissimi fili di scarto all’altro estremo. Il telaio è il Mondo.  Il rischio di sfracello è reale, sotto il peso di un tessuto divenuto così spesso da essere ormai insostenibile.


L’articolo di Qualenergia si trova al seguente indirizzo:


https://www.qualenergia.it/articoli/chi-ha-riempito-aria-co2-problema-classe/








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