martedì 13 luglio 2021

Momenti cruciali

 E’ il nostro momento, come dicono molti? Chissà, a volte basta davvero convincersene per cambiare la direzione di marcia. 

Sta di fatto che la Nazionale di calcio ha vinto, meritatamente, la competizione Europea, che un tennista italiano, Berrettini, è arrivato in finale a Wimbledon, che un gruppo italiano, i Måneskin, ha vinto l’Eurovision Song, che è stato dato il via al Piano di ripresa e resilienza nazionale, e apparentemente siamo felici. Va anche detto che lo sono di meno i 422 dipendenti della GKN di Campi Bisenzio, a due passi da Firenze, licenziati con un messaggio Whatsapp, o le vittime di infortuni e decessi sul lavoro, sempre in numero elevatissimo, o i 5 milioni e seicentomila italiani che vivono in “povertà assoluta”, secondo quanto certifica ISTAT, numero in forte crescita lo scorso anno. La frase classica in questo caso è “non mancano le contraddizioni”, per cui appunto cerchiamo di contenerle perché contraddirsi non è mai una buona cosa. Un auspicato miglioramento delle nostre condizioni economiche deve portare con sè un contestuale miglioramento delle condizioni del lavoro e una consistente riduzione delle diseguaglianze. 

Il momento sembra a noi favorevole e una ventata di ottimismo non può che fare bene. Quando ci lamentiamo della scarsa considerazione di cui godiamo all’estero, non dimentichiamo che sta a noi ottenere l’esatto opposto e che, al contrario di quanto spesso sospettiamo, basta poco per rianimare l’immagine, a volte spenta, dell’Italia nel mondo: basta ritrovare gli aspetti migliori che caratterizzano il nostro Paese e noi stessi, e che sono molto apprezzati.

Mario Draghi sta guidando una fase interessante e difficile, un momento di passaggio dopo un dramma collettivo portato da un virus, il suo governo riassume le principali tendenze politiche del nostro Paese: da loro ci aspettiamo moltissimo. Sono responsabili dell’immediato e del futuro per una quota mai così elevata: crescita economica e riduzione dell’impatto ambientale, azzeramento delle conseguenze sul clima, riequilibrio delle dinamiche economiche e sociali interne, ruolo in Europa e nel Mondo.  Insomma, stanno delineando il nostro Paese nel futuro prossimo e anche più lontano nel tempo. 

In questo momento, il Paese è sostenuto dalla progressiva diffusione di una fiducia che, se non cieca, certo da tempo mancava in questa intensità. Pur con tutte le difficoltà ben note, siamo in Unione Europea (e continueremo a restarci), siamo un Paese con grandi potenzialità, e abbiamo ora la possibilità, grazie ad un finanziamento mai così ingente, di costruire il futuro che desideriamo. Non sprechiamo un’occasione irripetibile.

Non per niente il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha per titolo “Italia domani”. Per conoscerlo meglio, si può scaricare al seguente link:


https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf





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